È un piacere e un onore per me dare il benvenuto qui, nel Consiglio d’Europa, a Susanne Kessler ed essere la madrina della sua mostra Wurzeln und Grenzen (Radici e Frontiere).

Quando mi ha contattata ero già molto occupata con una moltitudine di compiti amministrativi: i preparativi per una riunione del nostro comitato intergovernativo, un progetto editoriale sulla creatività e l’intelligenza artificiale, i tentativi di dare nuovo slancio alle mostre d’arte del Consiglio d’Europa, in un periodo in cui la libertà artistica e l’apertura verso l’esterno diventano particolarmente preziose attraverso progetti innovativi nel settore culturale, affinché le convenzioni del Consiglio d’Europa, uniche nel loro genere, abbiano effetti tangibili per gli 830 milioni di europei. Nel ricevere l’e-mail di Susanne Kessler, la mia prima reazione è stata un po’ irritata: Cosa? Il “Club des Arts”? Ci mancava solo questo!
La mia stanchezza è svanita di colpo quando ho aperto le foto allegate e ho riconosciuto tutti gli argomenti che affrontiamo al Consiglio d’Europa, presentati in modo sorprendente, stimolante e allo stesso tempo palpabilmente convincente, anche dal punto di vista estetico.

Confine, delimitazione, esclusione, connessione, dialogo, interazione, distanza, spazio e superamento dello spazio attraverso elementi che uniscono. In alto e in basso, installazioni aeree e tuttavia stabili, ogni cosa è legata a un’altra, tutto è allo stesso tempo radicato e teso verso un altrove: verso la luce? Sono concetti interessantissimi, e non solo in questi tempi di pandemia, essi coincidono anche con i temi chiave della nostra Europa e della nostra istituzione, il Consiglio d’Europa.  Susanne Kessler ha davvero colpito nel segno!

Molto più tardi, ripercorrendo un po’ la sua biografia, mi sono resa conto che è un’artista europea in tutto e per tutto, ha vissuto e lavorato in Francia, in Inghilterra, in Italia e ha esposto in molti altri paesi europei. Nata in un’epoca in cui l’Europa aveva ancora tutte le sue frontiere, ha ottenuto borse di studio in Inghilterra e in Francia e si è lanciata alla scoperta dell’Europa con metodi degni degli scrittori d’avventura: ad esempio, dopo aver puntato alla cieca sei posti su una mappa della Francia, è andata a trascorrere sei settimane in ciascuno di essi, dipingendo quei paesaggi e imparando la lingua.

Da tedesca, Susanne Kessler si è confrontata con il passato del suo paese cercando di capire. Si è recata anche sui luoghi dell’orrore, non da turista, ma da pittrice e illustratrice; attraverso l’arte, ne ha voluto apprenderne gli abissi e le grandezze.

 

Non è un caso che Susanne Kessler presenti la sua prima mostra personale in Francia: nell’estate del 1981, in una grande aula scolastica inondata di luce, le autorità locali hanno accolto affettuosamente l’artista in un’atmosfera toccante con un’installazione realizzata utilizzando fiori e ritagli di giornale a lei dedicati.

Ha poi proseguito i suoi studi a Berlino all’ombra del Muro e ha provato una gioia quasi indescrivibile quando questo è crollato, aprendo la strada all’allargamento dell’Europa verso est.  Non c’è dubbio che anche le sue numerose installazioni e opere sul tema dei “confini” o del “terreno comune” – come queste – derivino dalle esperienze di quel periodo. Susanne Kessler ha anche voluto conoscere l’Europa orientale. È ancora impegnata in questo senso – ha lavorato molto e ha allestito diverse mostre in Polonia e nella regione del Baltico, dove ha animato laboratori nelle scuole d’arte. Ora vive principalmente tra l’Italia e Berlino, esplorando così in prima persona il confine tra nord e sud.

Spero che questa mostra permetterà a tutti noi di attraversare le frontiere in molti modi, scoprendo le opere assai singolari, per la loro dimensione estetica e politica, di una straordinaria artista che ha decisamente ancora molto da dirci.

 

Testo del catalogo “About Roots and Borders”, Counsel of Europe, Strasbourg 2020