Nel corso della mia esperienza di direttore artistico del Progetto BoCs Art di Cosenza ho invitato nella città Calabrese circa 330 artisti provenienti da tutte le parti d’Italia ma anche del mondo. Tra di loro anche Susanne Kessler, che viene dalla Germania ma vive da tantissimi anni in Italia e che potremmo considerate, anche per i tanti viaggi da lei realizzati e I diversi luoghi dove ha vissuto, una cittadina del mondo. Io credo che questa sua identità, di apertura verso altre culture si percepisca nel suo lavoro, sostanzialmente incentrato sulla creazione di mappe geografiche, territori, luoghi, attraversamenti, installazioni per spazi sia interi sia esterni.

A Cosenza I’artista ha realizzato durante il periodo di residenza due opere di cui una, quella donata alla città, e stata da me selezionata per la mostra inaugurale del Museo dei BoCs Art. In questo lavoro, frutto di un sapiente assemblaggio attraverso la sua inconfondibile tecnica del bricolage di Stoffe, garze, fil di ferro e oggetti di recupero in generale, emerge dal fondo della composizione un planisfero colorato; I’altra opera di natura performativa/installativa e quella della quale si intende parlare questo catalogo e sulla quale spenderò anch’io un commento in merito. Prima di esprimermi, pero, lascio la parola direttamente all’artista che attraverso questo scritto mi aveva anticipato il progetto:

“Sono venuta a Cosenza con I’idea, ancora non ben definita, di tirare in qualche modo una linea dal Castello Svevo fino al fiume. Non conoscevo la parte moderna della città, cosi durante le mie comminute esplorative mattutine attraverso la città, ho trovato proprio lì molte ispirazioni, e ho lentamente sviluppato una nuova idea. Ora realizzo interventi minimi lineari! nello spazio urbano.

Prima di tutto ho realizzato a questo scopo, nel mio “Box”, la linea: una corda lunga 15 m costituita da strisce di filo, nastro e cotone, che deve essere irregolare, come una linea tracciata che si addensa e si diluisce, a volte delicata e visibile solamente con un occhio acuto.

Nelle prime ore di ogni giorno vado con la mia linea nello zaino in giro per circa 10 chilometri. L’attraversamento fisico della città e ugualmente importante per me in questo progetto. Vado seguendo i miei pensieri, a caso e cosi incontro I luoghi dove intervengo in modo casuale. Li tendo la mia linea incrociata, a zig-zag, a volte in parallelo. Si tratta di un’azione sempre molto veloce per poi prendere delle foto. Questa azione può avvenire solo nelle prime ore del mattino, perche dopo le 10 fa troppo caldo nelle strade”.

Con questo progetto, indagante gli spazi urbani! della città mediante una sua personale concezione nelI’esperire i luoghi da lei attraversati, Susanne Kessler ha inteso conoscere I quartier! di cui si compone Cosenza. Si tratta a tutti gli effetti di un’operazione di natura concettuale che ha visto elevarsi a protagonista nelle foto documentative di queste sue incursioni solitarie, la corda di sua invenzione. Una linea che di volta in volta e andata a circoscrivere e a connotate i diversi post! attraversati modificandone, con il suo intervento, la percezione. Un modo per fare propri quei luoghi attraversati e allo stesso tempo per fare vedere agli abitanti della città dei posti noti sotto un inedito punto di vista che di fatto li ha trasformati in nuovi luoghi.

 

Testo dello storico d‘arte Alberto Dambruoso per il libro “Susanne Kessler – Ulysses in Cosenza”, 2018